Essere o non essere?
E’ piuttosto comune, tra gli esseri umani, sentire una spinta al cambiamento e al tempo stesso non assecondarla. E’ umano, perché, in quanto esseri parlanti, abbiamo l’inconscio. L’inconscio è come un muro che si mette tra il luogo in cui ci troviamo e il dove desideriamo andare. Questo muro non ci permette di vedere e spesso preferiamo stare al di qua di esso, rimuginando tra i “ma” e i “se”. Noi esseri umani, oltre ai bisogni, abbiamo anche i desideri. Viviamo immersi nel linguaggio, ancor prima di venire al mondo. Dunque abbiamo l’inconscio e il desiderio. Il desiderio è una forza che ci lega alla vita e a differenza del bisogno non si esaurisce con la sua soddisfazione.
Il desiderio, quella spinta sotterranea di cui non sempre conosciamo la forma, è qualcosa di indistruttibile. Come ci indica Freud, il desiderio testimonia di quanto l’io non sia padrone a casa propria; è qualcosa che ci sveglia quando vorremo solo dormire, che ci costringe continuamente a fare i conti tra l’agire e il non agire, tra il darsi per vinti e il lottare, tra l’essere e il non essere. Amleto incarna questa posizione dell’essere umano che sente il proprio desiderio ma non si decide a dargli voce, che si lascia trascinare dalla corrente, seppur questa corrente non lo porti dove vorrebbe.
Fare un percorso di psicoanalisi significa voler riconoscere gli ostacoli che fino ad ora, traducendosi in sintomi, spesso anche dolorosi, ci hanno fatto “non essere”; significa avere il coraggio, come dice Lacan, di “non mancare al dovere di decifrare l’inconscio di cui si è soggetto” e poter finalmente scavalcare quel muro e raggiungere il luogo desiderato.
Dott.ssa Arianna Gabrielli